Dopo aver appreso la tecnica in grandi laboratori di fotografia, nel 1967 inizio la ricerca su ciò che la luce rivela e l’ombra nasconde. L’osservazione si concentra su alcune tematiche, mantenendo viva l'attenzione sulle nuove possibilità espressive fotografiche.

Il mio “sentire” mi conduce alla ricerca “per immagini”, gli scatti sono scanditi da un unico filo conduttore: “Il bisogno costante di esprimere”, quasi a contrastare la presunzione naturalistica della macchina fotografica di rivelare la verità delle cose. L’obiettivo diventa il ponte che bascula la nozione del tempo e dello spazio, aprendomi un territorio di esperienze e di emozioni, sensazioni fuggitive fermate dall’otturatore; presenze palpabili di suoni, luci, odori, materie mutabili rimaste intrappolate nella quarta dimensione. La luce è sospesa, il giorno non è il giorno e la notte non è la notte. Il colore non è colore, e non è bianco/nero, raffigurazioni del passaggio del tempo che prende forma insieme ai pensieri tra uno scatto e l’altro. L’ascolto nel silenzio delle voci più profonde.

L’attività trova nel tempo continue conferme da parte di collezionisti, in esposizioni personali e recensioni positive su riviste di settore.